Ogni Stato appartenente alla Comunità europea adotterà misure affinché sia possibile perseguire penalmente reati come la raccolta, il trasporto, il recupero e l’eliminazione di rifiuti, compresi la sorveglianza di queste operazioni e la vigilanza dei siti di smaltimento e le azioni effettuate nella gestione dei rifiuti, che “provochino o possano provocare il decesso o lesioni gravi alle persone o danni rilevanti alla qualità dell’aria, del suolo o delle acque oppure alla fauna o alla flora”.
Positivi i commenti della Commissione europea, a partire da Jacques Barrot, vicepresidente dell’esecutivo europeo, che ha così commentato: “Un significativo contributo per rafforzare la protezione ambientale in Europa. Per i responsabili dell’inquinamento del nostro ambiente, non ci saranno più porti sicuri”. Stavros Dimas, commissario UE all’ambiente ha dichiarato: “Si tratta di una grande risultato. Prevedere reati penali per violazioni gravi delle regole ambientali in Europa dovrebbe rappresentare un più efficace deterrente e migliorare la legislazione europea sull’ambiente a beneficio dei cittadini”.
Dall’Italia arrivano invece le dichiarazioni di Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente: “Finalmente l’Unione Europea si dota di uno strumento legislativo in grado di contribuire alla lotta contro i crimini ambientali, con una direttiva che punisce le ecomafie con sanzioni pecuniarie o reclusione” e prosegue “Dietro ogni fenomeno di aggressione criminale all’ambiente, si nasconde un interesse illecito.
Questa nuova direttiva deve servire, ora, a completare il processo di riforma della normativa ambientale italiana, iniziato con l’approvazione nel 2001 del delitto di organizzazione di traffico illecito di rifiuti e mai concluso, procedendo una volta per tutte all’inserimento dei delitti ambientali nel codice penale”.
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